5 febbraio 2012

Osnoblosi

L’interazione fra esseri umani, così caratterizzata da egonanismi ed apateporie, scatena ciò che precedentemente è stato chiamato “gene del miglioramento o dell’autoaffermazione”, innescando una serie notevole di effetti mutantrogenici. Tra questi, i più evidenti dal punto di vista sociale sono i processi di emulazione e conformismo, soprattutto quelli in grado di creare i movimenti di massa e le mode.

Un certo conformismo portato all’eccesso crea uno stato psichico diffuso di negazione interessata di evidenti verità, chiamato Osnoblosi negli anni ’80. Allora era poco più di uno sfottò, poi diventò qualcosa di più serio, di più importante, fino a divenire una categoria indispensabile nella moderna analisi sociale, soprattutto per la parte derivata dalla Mutantropologia, che ha il grande merito della sua teorizzazione.

L’Osnoblosi, verrebbe quasi da dire “lo dice la parola stessa”, era una nevrosi… forse sarebbe più giusto dire una deprecabile tendenza somigliante a una leggera nevrosi. L’etimo infatti deriva dalla contrazione eufonica delle parole “nevrosi da ostentazione di snobismo” ed era applicata a quelli che allora a Milano venivano chiamati “i fighetta”. Giovani e meno giovani, anche se tipicamente 25-40enni, normalmente borghesi, normalmente in carriera.

Costoro si distinguevano per scarse esperienze di vita, quindi per un certo ristretto orizzonte mentale, ma soprattutto perché sguazzavano nel nauseabondo sistema di potere che si era venuto a creare: quello cosiddetto craxiano, da cui traevano tutta una serie di vantaggi. Ma il PSI di Bettino Craxi era un’entità che andava ogni giorno macchiandosi di nuove vergogne e per i personaggi di cui sopra era sempre più difficile mantenere alta la testa.

Definiscesi Osnoblosi quel fenomeno sociale di vasta portata - fino ad essere di massa - che prende forma nell’ostinazione volontaria e consapevole nel negare verità evidenti e/o nell’imporre come vere altrettanto evidenti falsità. 

Si distingue dalla semplice ignoranza, o errata convinzione, perchè questa è inconsapevole, e anche dal plagio perchè esso avviene contro la volontà del plagiato. È osnoblotica quella persona che, nel pieno possesso delle sue siappur modeste facoltà mentali, persiste nel sostenere ed esporre tesi di rilevanza collettiva tipiche dell’ignorante, dell’ingenuo, del plagiato.

Connaturato alla “verità” osnoblotica è il fatto che rispecchi un interesse. Anche se non necessariamente si tratta di quello di chi la espone, di certo costui lo fa perché ne percepisce, foss’anche confusamente o inconsapevolmente, una convenienza. L’Osnoblosi in senso lato è quindi quell’insieme di falsità che sono considerate verità per percezione collettiva o collettivizzata di convenienza.

Essa tende all'immobilismo sociale ed è sempre esistita. Essendo sempre esistita, essa è un archetipo dell’inconscio collettivo, più esattamente un meme. Tuttavia, al contrario di molti altri, come ad esempio la Mutantropia, in passato ha avuto ben poche occasioni di manifestarsi appieno, alternativamente osteggiata dalla dialettica sociale, quindi politica, o dall’imposizione autoritarista. Si può quindi affermare che, per quanto sempre esistita, è nelle moderne società occidentali sedicenti democratiche che essa ha trovato la forma più compiuta e duratura.

In questo senso si può tranquillamente affermare che in Italia gli anni 80, buona parte dei 90 e gli anni 2000 siano stati i più osnoblotici della sua storia plurimillenaria.

2 commenti:

  1. sicuramente essere stati giovani in quegli anni osnoblotici ha lasciato qualcosa di terribile ed indelebile nelle nostre menti...

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    1. Cara Supercat,
      essendo stati giovani in quegli anni, e meno giovani in questi, abbiamo constatato che l'osnoblosi si è amplificata... anche se sì, dentro di noi qualcosa di indelebile è rimasto!
      :) Benevenuta!

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