1 aprile 2012

RIASSUNTONE GENERALE

Va bene ragazzi, ma cos'abbiamo detto fino ad ora? Forse è utile fare un po' di chiarezza, per inquadrare in un'ottica comune successione e priorità di concetti. Perché affermare che l'uomo cambi è a dir poco una banalità, un'ovvietà tale che il solo parlarne ci sembra superfluo. L'uomo cambia che lo voglia o meno, destinato a deperire in un corpo mortale.

Tuttavia la scienza esiste per spiegare il paradosso, ovvero il fenomeno, perché il solo fatto che un fenomeno sussista, in un mondo dove tutto è perituro, è di per sé un paradosso. Certo, la scienza non si occupa del fenomeno in sé, al più guida la ricerca, nondimeno studia le scritture umane su di esso, ricerca in primis poi tutte le altre. E di scritture sul cambiamento umano dal punto di vista genetico, medico, fisico, sociale, psicologico, mentale o d'altri livelli di coscienza ce n'é a profusione. 

La scienza che studia la Mutantropia, cioè la fenomenologia del mutamento umano, si chiama Mutantropologia. Essa identifica nei Mutantropi quegli uomini che cambiano volontariamente e consapevolmente al fine di trarne un vantaggio, al contrario dei mutanti, involontari per definizione. Coloro che cambiano il proprio corpo sono detti mutaforma, quelli che potenziano il cervello sono mutamente, chi innesta protesi artificiali è un cyborg, chi si decora di metallo o ammenicoli vari fa body modification, chi cambia sesso è un transgender ecc ecc. Ad essi si possono contrapporre idealmente i super-conservatori, che possiamo chiamare "immobilisti". Stiamo chiaramente parlando di intenzioni umane, poichè il destino del corpo è quella sopra citato.

Chi trae vantaggio da un mutamento lo fa secondo il proprio stato di coscienza, e ad ognuno il suo. Per questo riteniamo che, illuminazioni improvvise a parte, solo tramite un'esperienza autentica il mutamento dia un insegnamento sia apprendibile, sia utile, sia onesto. L'esperienza, per i principi connessi con lo stesso concetto di civiltà, non può che tendere a un bene, cioè a un sistema di valori, in questo e solo in questo senso la si può definire evolutiva. Ma il sistema di valori lo si apprende, è quindi normale per il bambino, e spesso anche per il ragazzo, un certo conformismo. Ma poi il ragazzo diventa adulto e responsabile delle proprie azioni, almeno davanti agli uomini. Il conformismo allora rappresenta un meccanismo psicologico deresponsabilizzante e ostativo per lo sviluppo di stati di coscienza propri, per una vera esperienza evolutiva.

Oltre a questo, altra ovvietà, le cupidigie umane tendono a imprigionarci in una visuale un po' miope dell'esistere, cioè in una situazione psicologica egocentrica, non a "tendere a un bene". L'ego è un'arma a doppio taglio sempre negativo, perché rende l'uomo schiavo di se stesso, dei suoi stati inferiori materialisti, e contemporaneamente della società in cui vive, che gli propina falsi miti di realizzazione e ridicoli status symbol. Il modo migliore per innescare pratiche egoiche è evocare le nostre paure: la paura del nemico esterno e quella del "nemico" interno, cioè dei fallimenti e delle apateporie. Con l'adozione acritica di soluzioni rassicuranti ma interessate si arriva agli estremi dell'egonanismo che, insieme al conformismo, divide i mutantropi in osnoblotici, mediocri/grigi (o talvolta umili), egopatici (o talvolta artisti) oppure evolutivi (Eumutantropi), se al di là delle forme li vogliamo vedere dal punto di vista delle intenzioni.

Pretendere che il proprio ambiente sia stabile e sicuro è un desiderio legittimo nell'uomo. Da questo punto di vista i famigerati immobilisti hanno le loro ragioni. Ma l'atteggiamento osnoblotico è tipico di chi vuole influenzare l'ambiente anche contro la propria percezione di giusto e di bene. Ciò avviene nel nome di un proprio vantaggio immediato e miope, ovvero per dinamiche di egonanismo finalizzate all'ottenimento dei cosiddetti "3 vantaggi": sesso, denaro e potere, normalmente accompagnati da cupidigia, stupidità e ristretto orizzonte mentale. Questo atteggiamento è tipico di chi mutantropo non è, ma anche quest'ultimo lo adotta quando si rifugia nel conformismo. Nell'imposizione agli altri di un sistema di valori non proprio, l'osnoblotico difende un ego minato da atiquifobie ed apatepofobie, con le quali controlla ed è controllato. In questo senso l'Osnoblosi nega la Mutantropia evolutiva, incoraggiando invece l'immobilismo o al limite la mutantropia conformista.

Una società stabile, pacifica e ove sussiste una convergenza di idee per sistema di valori condiviso è ciò che ognuno desidera. Ma una ove invece regnano conformismo e controllo sociale, l'area dell'osnoblosi, è destinata a un triste destino, perché tenta di cristallizzare il futuro nel nome di un miope presente consumista, di falsa ricchezza a fronte di gravi scompensi sociali e ambientali, soprattutto a livello globale. Il proposito in sé è vano: l'uomo non è mai riuscito veramente a controllare gli eventi, vero è che nel tentativo ha rovinato l'esistenza di parecchi suoi simili.

Come reagire? Le tre colonne/dimensioni della civiltà umana sono la scienza, la religione e l'arte. La scienza si divide in quella dell'uomo e in quella della natura. Quest'ultima, la Fisica, ha trovato nella Quantistica un compimento probabilmente invocato da millenni. Per quelle dell'uomo la Mutantropologia si trova a suo agio con la Teoria della Sincronicità di Jung. Di religione, o Scienza Sacra invece, fino ad ora si è deciso di non parlarne, se non per minimi cenni.

Per poter cambiare l'uomo, la situazione, la società, il futuro, ci rimane da parlare dell'arte. Un'arte ancella dell'anima com'essa è nata per essere, un'arte che guardi l'uomo di oggi e pietosa se ne sappia prender cura. Un'arte che faccia ciò che ha sempre dovuto fare: destabilizzare certezze illusorie e unire a più elevati stati di coscienza tramite un linguaggio non referenziale ma tuttavia simbolico, cioè significante e unificante (almeno finché conformismo ed osnoblosi non l'hanno messa al loro bieco servizio). Un'arte sinestesica, per un'epoca che della tecnologia multimediale ha fatto la sua bandiera, il suo feticcio, la sua palla al piede, insomma il suo Giano Bifronte.

L'umanità di oggi, permeata di una tecnologia che obtorto collo l'ha urbanizzata nel villaggio globale, è ancora in possesso delle capacità e delle prerogative pensate ab aeterno per l'Uomo? Secondo noi anche una Sinestesi dagli effetti mutantrogenici può dirlo.

E che ognuno scelga quale Mutantropo essere :)

2 commenti:

  1. Ragazzi...... è SPAVENTOSAMENTE vero! Da dove vi è venuta questa scienza?

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  2. Caro Psichiro,
    grazie per i tuoi commenti positivi! Speriamo che tu abbia voglia di continuare a seguirci e metterci anche in discussione se lo riterrai opportuno!
    Buona Pasqua e a presto! :)

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